Franco Rognoni
9 Luglio 2019
Immagini e parole
dal 13 luglio al 4 agosto 2019
a cura di Vera Agosti
testo e presentazione di Vera Agosti
Franco Rognoni era un uomo di spirito. Lo ricordano come un osservatore arguto, dalla battuta facile, eppure sostanzialmente un pessimista. Ha lasciato una vasta produzione calcografica, di alta qualità. Nelle incisioni, come nei dipinti, considera i vizi e le virtù degli uomini e ironicamente ce li presenta. La letteratura l’accompagna nella resa della sua commedia umana, per cui l’immagine si salda alla parola, interpretandola in chiave personale ma sempre calzante. Tanto è buffo e divertente il Grande Baciatore, così è misteriosa e maligna la puntasecca della nera femme fatale di Interacte, dall’atmosfera viennese di una poesia di Roberto Sanesi.
L’imprenditore Giovanni Botta, amante di disegni, incisioni ed ex libris gli commissiona oltre venti libri d’artista di alcune delle pietre miliari della letteratura europea (I Promessi Sposi, La Divina Commedia, Don Chisciotte, I Miserabili). I testi venivano copiati a mano dallo stesso Botta, e illustrati poi da Rognoni spesso ad acquarello direttamente su carta da disegno di grande formato, seguendo pagina per pagina, per essere poi rilegati elegantemente in esemplari unici. I volumi sono autentici capolavori. Don Chisciotte è un esile spettro dal contorno vivo e palpitante che si staglia sul vuoto del foglio in sella al suo destriero, un piccolo monumento in bianco e nero, un’ombra fugace che sembra sul punto di sfuggirci e correre via, portando con sé le sue mille sognate avventure. Il soggetto torna potente nell’acquarello scuro, dove al gioco del segno si sostituisce il trionfo della forma. Ci piace ricordare anche i libri illustrati per l’amico Leonardo Sciascia: Napoleone. Un’intervista impossibile, scritto per una trasmissione televisiva e pubblicato in un numero de L’Espresso sulla Rivoluzione Francese, edito con Rognoni da Sciardelli nel 1998, con 16 disegni a colori e 2 litografie originali firmate a matita in basso a destra, brossura illustrata a colori dall’artista, e soprattutto La storia della povera Rosetta, un saggio che sostiene la teoria colpevolista nella tragica fine di una giovane prostituta milanese, conosciuta da tutti come Rosetta, originaria di piazza Vetra, deceduta nel 1913, probabilmente a causa delle percosse subite da agenti della pubblica sicurezza nel corso di un arresto, anche se, ufficialmente, i rapporti della questura e dell’autopsia confermarono la tesi del suicidio. Il caso di cronaca venne denunciato dal giornale Avanti! e se ne occupò anche Il Corriere della Sera. Il lavoro di Sciascia è una preziosa opera di impegno morale e civile conto la violenza sulle donne. “La bella Rosetta” è anche una canzone popolare milanese proveniente dagli ambienti della Ligera, la malavita locale, di cui si conoscono diverse versioni, tra le quali una interpretata da Nanni Svampa. Il volume del 1983 è corredato da 5 incisioni all’acquaforte di Franco Rognoni, stampato in 120 esemplari contrassegnati con numeri arabi e 25 con numeri romani. Il testo è stato composto in carattere Bembo e impresso a torchio da Ruggero Olivieri, su carta appositamente fabbricata a tino dalla Sicars di Catania. Le incisioni sono state tirate coi torchi a mano nella stamperia Franco Sciardelli. Le tre incisioni a piena pagina sono firmate a matita dall’artista. Le grafiche di Rognoni combinano magistralmente due sue fonti di ispirazione e riflessione: l’etica e la musica.
Le sue iconiche incisioni sanno muoversi dalla resa grafica essenziale a composizioni animate e movimentate, con numerosi personaggi e situazioni differenti, descritte nei particolari.
Le illustrazioni della poesia “Noi uomini” di Salvatore Quasimodo raffigurano personaggi grotteschi e feroci per testimoniare l’orrore della guerra.
Le carte dedicate al circo e alla musica (Serenata, il Trovatore) hanno invece un tono più tenero e leggero.
Il maestro stampava in particolare con Franco Sciardelli e Giorgio Upilio. Possedeva un torchio nel suo studio, che purtroppo è andato perduto.
Alla fine della guerra mondiale, profondamente colpito dall’evento atomico, vive un periodo di ripensamenti sulle possibilità della pittura e cade in una crisi esistenziale che supera dedicandosi temporaneamente all’illustrazione per l’editoria e al disegno di impegno politico e di costume. Le collaborazioni per il teatro, come scenografo, e l’editoria lo aiutano ad uscire dalla sua solitudine.
Nelle litografie e serigrafie esplodono le splendide tinte che ritroviamo nei suoi dipinti, come il blu della Città con specchio d’acqua che abbiamo scelto come immagine guida della mostra in omaggio al Lago Maggiore.
luglio 2019
Vera
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