un Segno Incisivo – Andiamo Avanti!
28 Maggio 2020
28 maggio 2020 – Fulvio Tomasi: Pensiero bidimensionale e pensiero tridimensionale
Spunto, o domanda, di partenza: ” Dove finisce la gravità dell’elemento virus e dove comincia la gravità dell’elemento virus come narrazione?”
Le dinamiche della comunicazione contemporanea, specialmente per quanto riguarda il veicolare l’informazione, danno il là a tutta una serie di considerazioni e dubbi che sono particolarmente accentuati (almeno per quanto mi riguarda) in questo momento storico.Il tutto parte dal linguaggio, linguaggio che nasce nelle genti preistoriche per lo scopo elementare di condividere specifiche informazioni pratiche e quotidiane. Nel tempo il linguaggio ha seguito di pari passo l’evoluzione delle società umane costituendone a sua volta fattore stesso per ulteriore evoluzione. Non più solo singole parole descrittive di un oggetto o di un elemento naturale ma frasi complesse atte a descrivere emozioni e concetti o appunto la narrazione di un avvenimento.
[…]A mio avviso un limite strutturale delle persone nell’interpretare e valutare la narrazione è costituita dalla mente bidimensionale.
Essendo un’amante della montagna e avendo praticato in gioventù l’arrampicata mi avvarrò della forma montagna come esempio.
Quando noi osserviamo una montagna ne percepiamo il versante a noi visibile dal punto dove ci troviamo quindi se stessimo la per sempre per noi quella montagna avrebbe quella forma e soltanto quella. Quando poi per qualche ragione ci spostiamo in un’altra vallata ecco che quella montagna si presenta a noi totalmente differente e magari non siamo nemmeno consapevoli che è la stessa. Poi ci spostiamo in un’altra valle ancora e ne abbiamo nuovamente una visione diversa e così via. Quindi quando ne guardiamo un versante dobbiamo essere consapevoli che l’immagine che arriva ai nostri occhi non è una narrazione univoca di quella montagna ma che quella montagna è tridimensionale e noi ne vediamo solo una faccia. E anche nel momento in cui siamo consapevoli di questo dovremmo tener conto che a sua volta ogni versante è costituito da innumerevoli diedri, fessure, tetti, anfratti e che a seconda del punto in cui ci troveremo lungo la parete avremo una diversa visione della stessa. E così, anche la realtà è tridimensionale e spesso il limite della narrazione è nel farla diventare bidimensionale, a seconda del punto di vista da cui la guardiamo o a seconda dell’immagine che per qualche scopo noi vogliamo indurre in colui che segue la narrazione.
Avere totale consapevolezza della tridimensionalità sino nei recessi più reconditi non è di competenza umana così a mio parere rimane solo il coltivare un poco di onesto, sano scetticismo, quale che sia il punto di vista di partenza.
“Penso che tu abbia proprio ragione ma mi riservo la facoltà di darti torto”.
Guardate al seguente collegamento un’animazione dell’artista sloveno Dusan Kastelic che è sicuramente attinente al mio pensiero:
Fulvio Tomasi
Il testo completo di Fulvio Tomasi è nel seguente collegamento:
28 maggio 2020 – Roberto Ripamonti: tre poesie
Prima di fare un dipinto, e’ mia abitudine scrivere una poesia che cerchi di rappresentarlo attraverso le sensazioni e le motivazioni che lo hanno creato.
Questo, che possiamo chiamare “sospeso”, è stato un tempo di intense meditazioni e osservazioni che purtroppo non si sono tradotte in dipinti; solo negli ultimi giorni ho potuto lavorare a tre opere e quelle che seguono sono le poesie che li hanno ispirati.
OPINIONI
Senti
come ci protegge
questo minuto giardino
ora che l’avvizzita foglia
ha bevutotutto è brusio
che stempera le opinioniconfonde e turba l’evidenza
di questo enorme ventreaffiora
la voglia di rimuovere
questo suolo
che vincola l’immutato lamento degli anni
e la monotona trafila delle coseperché non è solo
ciò che assorbe che feconda
ma quel che evapora
e fermenta
pulsa e confonde la gravitàUN’IRRAGIUNGIBILE BELLEZZA
Il lago ormai carico d’alba
ai primi remi
partorisce
un serpente ubriaco
che indaga vibrante
nella città riflessaun sopito firmamento subacqueo
emerge
e fermenta a ogni vogata
in un irriverente insulto alla gravità feritaora la tua stanza
è un lampeggio di specchi
un teatro sospeso
dove tutto tremae ascolti il frammento
che illumina il giornoUNA DOMENICA QUALSIASI
Mi siedo
con l’ozio della domenica
e l’aroma del caffèsciamano confusi
i ricordi e i rimpianti
mentre le mani
vanno peregrinando
tra una chicchera
e il transitoriopigri istanti
Roberto Ripamonti
a partorire
assopiti scenari
28 maggio 2020 – Resilienza!
Altre stampe murali a Verbania Intra ai tempi della Covid-19:
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26 maggio 2020 – Marco Travaglini: L’insegnamento del tempo sospeso
Riparare il mondo (in memoria di Alexander Langer):
Abbiamo vissuto e stiamo vivendo tempi difficili, colmi di preoccupazioni, paure, tensioni. Il nostro Paese, come mezzo mondo, ha trascorso oltre due mesi con il fiato sospeso, arrestando le attività, rallentando la vita sociale e quella di tutti noi per far fronte ad un nemico subdolo e invisibile, tanto crudele da imporre un’emergenza sanitaria affinché si potesse evitare il propagarsi dei casi di contagio del virus, debellando la pandemia. Una decisione obbligata, necessaria, persino coraggiosa per chi ha avuto sulle sue spalle l’onere di dover decidere per tutti. Siamo stati costretti a modificare i ritmi quotidiani, le abitudini, il modo di lavorare, sperimentando lo Smart Working e il distanziamento sociale. Alcuni di noi hanno subito dolorosi lutti, soffrendo in solitudine.
[…]“Riparare il mondo”, scriveva Alex Langer. Oggi che il nostro modello di sviluppo appare infartuato e si parla di crisi di sistema, le persone come Langer sembrano davvero profeti inascoltati. Il problema è che “riparare il mondo” non è solo una missione culturale e politica; è anche, se non soprattutto, una gigantesca occasione di nuovo lavoro, nuova economia, nuovo e diverso sviluppo. E qui la sfida diventa immensa. Tra poco saranno venticinque gli anni che ci separano da quel 3 luglio 1995 quando Alexander Langer lasciò un ultimo biglietto prima di scegliere di allontanarsi volontariamente dalla vita. Poche, dolorosissime parole: “I pesi mi sono divenuti davvero insostenibili, non ce la faccio più. Così me ne vado più disperato che mai; non siate tristi, continuate in ciò che era giusto”. Aveva 49 anni ed era nato a Sterzing-Vipiteno, in Alto Adige. Uomo di frontiera e senza frontiere, senza patria e con molte patrie, intellettuale che parlava cinque lingue e aveva cento vite, costruiva ponti, univa popoli, faceva politica da persona che con molta della politica di quel tempo aveva poco a che spartire, come, sicuramente, non avrebbe nulla in comune con la politica di oggi. Al Pian de’ Giullari, nei pressi di Firenze, scelse un albero di albicocco in un uliveto, si tolse le scarpe e ci lasciò al nostro “grande freddo”, come disse Daniel Cohn Bendit. Lasciò tutti orfani di migliaia di appunti, riflessioni, parole, strette di mano, viaggi. Lasciò molti scritti e l’eredità difficile da gestire di un uomo ostinato e fragile, curioso, intelligente. Venticinque anni di assenza sono tanti per chi gli ha voluto bene e chi cercava nelle sue parole una risposta o l’illusione di averla. Non credo gli sarebbe piaciuta quest’Europa sempre più cinica, lontana da quella che lui aveva intravisto. È facile immaginare il giudizio critico su questo mondo in conflitto con la sua idea di conversione ecologica, di uno sviluppo “più lento, profondo, dolce”, rovesciando il motto olimpico del “più veloce, alto, forte”. Le sue idee, i suoi scritti e la sua ostinata voglia di costruire ponti l’ha lasciata in eredità a noi. Nonostante abbia molti dubbi e pochissime certezze rimane però la speranza che si debba, comunque e sempre, tentare di “riparare il mondo”. Se capissimo il senso del comune destino, il fatto di condividere in gran parte gli stessi bisogni e ambizioni comprenderemmo di avere anche le medesime vulnerabilità e i difetti che ci rendono umani. Capiremmo così quanto sia necessario prenderci cura l’uno dell’altro, non solo nei momenti di difficoltà, ma anche in quelli di serenità e imparare a non dare nulla per scontato. In quel caso anche il volto triste di Alexander Langer forse si distenderebbe in un sorriso perché avrebbe la speranza, magari tenue, ma certa che staremmo continuando “in ciò che era giusto”.
Marco Travaglini
Il testo completo di Marco Travaglino è nel seguente collegamento:
26 maggio 2020 – Resilienza!
Stampe murali a Verbania Intra ai tempi della Covid-19:
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21 maggio 2020 – Renzo Scarin – non dimentico ma vado avanti:
Umili (ultimi, e senza nome, saranno almeno i primi?)
e umili (continuo esempio di resilienza)
Renzo Scarin
19 maggio 2020 – Laura Rossi: – IO STO A CASA:
IO STO A CASA
Milioni di passi
silenziosi marciano
lungo le strade
, i corpi nelle case.
Occhi aperti:
un turista apolide
viaggia
, senza passaporto.
Ha aperto un buco
ed è passato
, spettinandoci i pensieri.
Attento turista:
noi siamo teneri
ma siamo tanti.
Fai pure il tuo viaggio:
non troverai nessuno.
Io sto a casa.
E voi?CORONA VIRUS
(almeno un metro)
Facendo spazio
il mondo
si è ristretto.L’UNIVERSO
Si è spostato
Laura Rossi
per fare lo spazio
di almeno un metro.
17 maggio 2020 – Renzo Foglietta:
Distanza sociale
Renzo Foglietta
16 maggio 2020 – Anna Mencarelli – Riflessioni durante il Coronavirus:
09 aprile 2020 – Prima giornata – La natura non ha paura della guerra
Le sue stagioni girano ininterrottamente, la natura non ha paura di niente.
Su cumuli di macerie basta una piccola zolla di terra e il seme germoglia, sul campo inondato, in un pugno di fango, rigenera il filo d’erba, nella terra franata la montagna ritrova la radice di un albero, ora è il Coronavirus che ha fermato il mondo ma c’è una primavera che ha riempito il prato di primule e violette, le piante rifioriscono, gli uccelli riempiono i loro nidi con nuove covate, ritorneranno anche le rondini, e poi verrà l’estate e anche l’autunno e l’inverno, con noi o senza di noi ci saranno sempre, per ora la nostra Pasqua sarà una Pasqua anomala e solo la natura avrà le sue stagioni senza norme né regole.
Ben tornata Primavera!10 maggio 2020 – Seconda giornata – Corona
Corona,
corona è diadema imperiale
emblema prezioso d’impronta reale,
corona è ghirlanda di fiori
a ornare le feste e gli amori,
corona è cornice di monti
decoro di valli con albe e tramonti,
corona è un serto di allori
che agli uomini illustri dà gloria ed onori,
corona è una sfilza di grani
che scorre a rosario in seno alle mani,
ma c’è una corona che è arma letale
celata in un virus, è guerra mondiale,
sorpresi senz’armi con cui guerreggiare
il nuovo nemico dobbiamo affrontare,
non serto, ghirlanda, cornice, corona,
il nostro avversario è un virus carogna!13 maggio 2020 – Terza giornata – L’Orto del Coronavirus
TRE GIORNI
La pioggia in tre giorni
Anna Mencarelli
ha dato alla terra le umide zolle,
e l’orto assetato ritrova germogli,
ricambia il sudore di schiene ricurve
con fresche piantine,
con floridi steli, con timide foglie
promesse future di fresche verdure,
e l’orto si sgrana in prose ordinate,
carezza lo sguardo, ringrazia le mani
di chi ha seminato.
15 maggio 2020 – Ezio Bosso. Vogliamo ricordarlo con il suo ultimo scritto,
supremo esempio di resilienza:
Io li conosco i domani che non arrivano mai
Ezio Bosso
Conosco la stanza stretta
E la luce che manca da cercare dentro
Io li conosco i giorni che passano uguali
Fatti di sonno e dolore e sonno
per dimenticare il dolore
Conosco la paura di quei domani lontani
Che sembra il binocolo non basti
Ma questi giorni sono quelli per ricordare
Le cose belle fatte
Le fortune vissute
I sorrisi scambiati che valgono baci e abbracci
Questi sono i giorni per ricordare
Per correggere e giocare
Si, giocare a immaginare domani
Perché il domani quello col sole vero arriva
E dovremo immaginarlo migliore
Per costruirlo
Perché domani non dovremo ricostruire
Ma costruire e costruendo sognare
Perché rinascere vuole dire costruire
Insieme uno per uno
E costruire è bellissimo
Il gioco più bello
Cominciamo…
14 maggio 2020 – Claudio Granaroli:
Resilienza uno
Operazione “Salvate il soldato Ryan”
Ovvero: piccolo piano Marshall per permettere al pittore Claudio Granaroli di continuare a dipingere fino a naturale estinzione…
DUNQUE: il pittore ha 81 anni e, forte del fatto che il babbo visse fino a 103 anni, la vede molto dura circa la propria sopravvivenza alimentare, in tempi di Coronavirus, con una pensione vampirizzata da trattenute di vario tipo… Di cosa abbisogna il NOSTRO? Di 2.000 euro al mese per coprire le spese vive (colori, tele, affitto studio etc., etc.). Cosa propone quindi il pittore? PROPONE al proprio cerchio di amici/collezionisti l’acquisto ANNUALE di un’opera su tela di grande formato (max. 160×170), a scelta, al prezzo di mille euro (la sua collocazione sul mercato in base al curriculum e all’età sarebbe 13.200 euro…). Diciamo che a questo prezzo è un buon investimento: il pittore è sulla scena da quando aveva 18 anni, espone quindi da 63 anni…. Il lettore a questo punto potrebbe chiedersi: “ma questo in 63 anni non è riuscito ad assicurarsi una vecchiaia tranquilla?” Ebbene no, non è riuscito; ne ha fatte di tutte, compreso quella di fare l’editore di poesia, pubblicando nelle varie collane più di 500 plaquettes di poeti e artisti… Gli si potrebbe ricordare la favola di La Fontaine “La cicala e la formica”… è vero… ma tant’è. QUINDI? Il “nostro” DEVE trovare 24 amici/collezionisti che si impegnino (verbalmente, sulla parola) ad aderire a questo progetto di incerta durata (vedi sopra…) e di basso costo, che permetterà a loro, ai loro figli e nipoti di avere sulle pareti delle loro case (e magari di commercializzarli…), opere che, pagate poco più del prezzo di costo, risulteranno nel tempo un proficuo investimento.
Ps: Gli amici collezionisti che non potranno scegliere direttamente le opere nel mio studio di Bergamo, potranno sceglierle in una serie di foto che verrà loro inviata. La consegna dell’opera sarà a carico dell’artista che la consegnerà personalmente in tutta Italia. (alla fine della quarantena…)Resilienza due
Operazione “L’arte per tutti”
Ovvero: come creare una piccola collezione d’Arte in 12 anni, spendendo solamente 83 euro all’anno e avendo in cambio una grande tela e 12 acquarelli del pittore Claudio Granaroli.
1) L’Operazione è aperta a tutti coloro che vogliono partecipare
2) Necessita di “gruppi” composti da 12 persone, che verranno coordinate dal pittore.
3) Ogni partecipante al gruppo si impegna a versare all’inizio di ogni anno della durata dell’ “Operazione” 83 euro al coordinatore, avendone in cambio un’opera (acquarello o piccola tela, a scelta ).
4) Contemporaneamente, verrà assegnata, per sorteggio, tra i dodici del gruppo, un’opera di grandi dimensioni. Ovviamente il vincitore non potrà partecipare ai sorteggi degli anni successivi…
5) In questa operazione TUTTO è sulla parola, non esiste contratto, è una operazione solidale, tra persone che amano l’arte, e che farà sentire al pittore la presenza di un gruppo che lo seguirà negli anni.
6) E nel caso (malaugurato) che il pittore passasse a miglior vita? In questo caso, a parte i vincitori delle grandi tele, agli altri partecipanti rimarrebbero le opere acquisite fino a quel momento e pagate 83 euro cad. (valore medio di mercato 500 euro).
Claudio Granaroli
14 maggio 2020 – Camilla Suman:
Domeniche di quarantena a Deccio city
Camilla Suman
14 maggio 2020 – Sissi Sardone:
Artistica resistenza!
Marcel Marceau e la Resistenza francese
Sissi Sardone
13 maggio 2020 – Luca Piffero:
Resilienza
… entro nello studio,
che è la mia placenta,
per ascoltare
il rumore del silenzio,
della mia resilienza.
“Le onde della dittatura mi sconvolgono il pensiero”
[tecnica mista – cm. 100 x cm. 110]Luca Piffero
12 maggio 2020 – Paolo Tosi:
La Bellezza
Da pochi giorni abbiamo violato i confini penetrando nella Fase Due.
Ancora non sappiamo cosa ci riserverà il futuro. Tutto come prima? Difficile. Anzi, pressoché impossibile.
Basta guardarci dentro per vedere riflesse tutte le nostre fragilità. In fondo non le conoscevamo. O forse siamo stati bravissimi a tenerle per lungo tempo nascoste. Camuffandole, celandole tra le pieghe delle nostre abitudini.
Ma questo maledetto virus ha spalancato il sipario: dietro ci siamo noi. Le controfigure non si trovano più, sparite.
Adesso c’è urgente bisogno di un antidoto. Di cambiare passo senza smarrire la cadenza. Servirà per creare un nuovo Rinascimento, è indispensabile.
Così, dopo lo smarrimento patito in queste settimane, dobbiamo attrezzarci. Al momento, tra gli elementi salvifici, ne emerge chiaramente uno degno di essere menzionato e coniugato in ogni sua forma: La Bellezza.
Quella contenuta nelle molteplici forme d’arte. Nella contemplazione dei paesaggi e della natura. Nella armonia delle note, dei colori e delle forme. Sino alle emozioni trattenute e rilasciate dalle parole scritte e recitate.
La bellezza per tornare a sorridere, e se occorrerà, per piangere insieme. La bellezza come forma sublime d’amore. Come sale della terra e acqua di una inesauribile fonte. Nello spazio ed in ogni tempo. Come relazione tra esseri umani e per varcare la soglia verso una dimensione Divina inedita.
Solo la bellezza potrà scomporre e ricomporre i frammenti residui delle nostre fragilità. Seguendo un nuovo ordine. Solo la bellezza potrà aiutarci a ritrovare la luce offuscata dal contagio pestilenziale.
Non ci sarà cambiamento possibile senza questa ri-educazione alla bellezza. Una priorità per raggiungere tutti. Senza escludere nessuno, per crescere.
Ormai l’abbiamo intuito: dopo la Fase Due dovremo riscoprire quei valori dai quali attingere a piene mani per ricominciare daccapo. Per un nuovo Rinascimento, per riprenderci cura delle nostre anime.
Paolo Tosi
12 maggio 2020:
Diamo a tutti la possibilità di interagire con la nostra associazione, lasciando un Segno Incisivo e che abbia un’attinenza con ogni forma di resilienza nell’arte e nella cultura.
Vi invitiamo a segnalarci storie, esperienze, ricordi, riflessioni che sicuramente avrete maturate in questo periodo (che se non altro ha lasciato a tutti noi tempo per meditare e riflettere). I luoghi della condivisione saranno: questo sito, Facebook “Il Brunitoio Officina di Incisione e Stampa” ed Instagram “ilbrunitoio”.
Scrivete una mail a info@lbrunitoio.org con un “breve” racconto, una immagine di un’opera, una fotografia, una proposta o quant’altro abbia un’attinenza con la nostra iniziativa. Ogni elaborato sarà vagliato e, se ritenuto coerente, sarà pubblicato (le immagini inviate dovranno essere in formato JPG e di buona qualità).
Andiamo avanti!
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