Giovanni Battista Piranesi
21 Aprile 2022
Le carceri di invenzione
Chiesa di Santa Marta
Piazzetta Menotti – Verbania
Dal 30 aprile al 29 maggio 2022
Inaugurazione sabato 30 aprile ore 16.30 (*)
a cura di Ubaldo Rodari
testo e presentazione di Claudia Corti
Viaggio negli abissi della perfezione: il paradosso di Piranesi
“Si vedrà cosa può produrre la testa di un matto che non ha nessun fondamento”!
A scrivere questo commento Luigi Vanvitelli, architetto della reggia di Caserta, una carriera ormai consolidata nella Roma papalina del 1700; il matto in questione, invece, si chiama Giambattista Piranesi, ha poco più di vent’anni e una carriera tutta da costruire quando emigra a Roma da Venezia, poca esperienza e tanta ambizione, negli occhi la meraviglia delle vedute e dei capricci di Canaletto, Guardi e Ricci, veneti come lui, ma anche delle rovine archeologiche di cui il mondo della cultura sta iniziando a comprendere l’importanza. Architetto, archeologo, pittore, designer ante litteram: sono questi i tratti salienti di una personalità fantasiosa ed eclettica che trova la sua vocazione nell’incisione, unica arte che gli consente di esprimersi liberamente dando sfogo ai suoi pensieri e desideri più reconditi.
E mentre Roma alla metà del secolo si appresta a divenire il fulcro di un nuovo movimento artistico, il neoclassicismo, le cui architetture luminose di lì a poco prenderanno piede in mezzo mondo, Piranesi ci accompagna negli abissi bui delle Carceri, più simili a gironi danteschi che alle prigioni di
Castel Sant’Angelo o al Mamertino. Luoghi strani, cupi e misteriosi, spaventosi e al tempo stesso affascinanti; sedici acqueforti, sedici ambienti, sedici percorsi in bilico sul fragile abisso che separa la realtà dal sogno, o meglio, dall’incubo.
Spazi costruiti con i calcoli perfetti di un architetto di lungo corso, volte altissime, muri robusti e, soprattutto, scale bellissime e ingannatrici: rampe che si intersecano tra loro, anticipatrici di moderne soluzioni abitative, che promettono viaggi verso la libertà ma poi tornano indietro riportando
al punto di partenza il malcapitato che, percorrendone i gradini, ha osato anche solo immaginare un futuro diverso. No, per quanto la si cerchi, non c’è via di uscita.
È un mondo geometrico perfetto, ma che conduce a proporzioni errate, così come paradossale è la moltitudine di omini impotenti di fronte a tanta crudeltà. “Il vero orrore delle carceri più che in alcune misteriose scene di tortura, è nell’indifferenza di quelle formiche umane erranti in spazi immensi, e in cui diversi gruppi non sembrano quasi mai comunicare tra loro, o neppure accorgersi della loro rispettiva
presenza, e addirittura non notare affatto che in un angolo oscuro si sta suppliziando un condannato»: queste le parole di Marguerite Yourcenar per descrivere quella che si configura sempre più come una denuncia delle storture della società contemporanea a Piranesi. E allora non si può non pensare che solo tre anni più tardi la seconda edizione delle Carceri, nel 1764, Cesare Beccaria darà alle stampe il celeberrimo “Dei delitti e delle pene”, vera presa di posizione contro la tortura e la pena di morte, lo stesso anno in cui Sir Horace Walpole pubblicherà “Il Castello di Otranto”, primo romanzo gotico dalle
atmosfere identiche a quelle piranesiane.
Precursore dei tempi, interprete di un sentimento comune, o solo un folle visionario?
Una volta qualcuno lo sentì dire “Se mi venisse ordinato il progetto di un nuovo universo, sarei così pazzo da concepirlo”; le Carceri inventate da Piranesi sono, al contrario, i mondi allucinati che ogni epoca è capace, quelli sì, di costruirsi da sola. Claudia Corti
A cura di Ubaldo Rodari – testo e presentazione di Claudia Corti
Dal 30 aprile al 29 maggio 2022
Inaugurazione sabato 30 aprile ore 16.30 (*)
Chiesa di Santa Marta Piazzetta Menotti – Verbania Intra
Orario: da giovedì a domenica, ore 16.00-19.00
(*) Nel rispetto delle misure anti Covid-19, obbligo di mascherina indossata e distanziamento
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